Fallibilismo e realtà umana
Si può ammettere che vi sia una distinzione tra il mondo naturale da un lato e quello linguistico e sociale dall’altro. Tuttavia, è facile comprendere che storicamente abbiamo cominciato a identificare noi stessi e gli oggetti che ci circondano solo quando il mondo linguistico e sociale è emerso da quello naturale, il che significa che gli stessi nostri criteri di identificazione sono, in larga misura, socio-linguistici. Si noti che una simile constatazione non implica affatto - come alcuni autori contemporanei sostengono - l’identità totale tra i due mondi. Più semplicemente, essa porta a concludere che nel parlare del mondo naturale in se stesso, accettandone l’esistenza indipendente dalla mente, dobbiamo essere prudenti. La ragione fondamentale di questo stato di cose è spiegata da un duplice fatto. Da un lato la concettualizzazione è la nostra via d’accesso al mondo, e dall’altro essa costituisce pure la caratteristica più importante della nostra evoluzione culturale (in quanto distinta da quella biologica). Ciò non significa sminuire l’importanza di quest’ultima, che è connessa al mondo naturale e senza dubbio precede l’evoluzione culturale dal punto di vista cronologico. Ma è pur sempre l’evoluzione culturale che ci differenzia in modo primario da tutti gli altri esseri viventi che con noi condividono l’ambiente fisico. Se sembra assurdo ipotizzare che la mente produca la realtà naturale, assai meno azzardata appare la tesi secondo cui questa stessa realtà è da noi percepita mediante il filtro di un apparato concettuale, il quale è a sua volta cresciuto in sintonia con lo sviluppo del linguaggio e dell’organizzazione sociale. La questione venne compresa in tutta la sua portata agli inizi del secolo scorso da William James il quale, nel corso di una celebre conferenza tenuta nel 1907 alla Columbia University di New York, affermò che è possibile (e lecito) immaginare universi alternativi a quello che conosciamo: per esempio, un universo in cui l’interazione causale potrebbe non esistere. Nella medesima occasione il pensatore pragmatista definì il “vero assoluto” (vale a dire ciò che nessuna esperienza successiva potrà modificare) come il punto di fuga ideale verso cui immaginiamo che debbano convergere un giorno tutte le nostre verità provvisorie. Una curiosa cronaca stabiese del 1910
Accadde a Castellammare di Stabia, cento e più anni fa, un piccolo fatto di cronaca, uno come tanti. Sarebbe passato inosservato se non fossi stato colpito da quel titolo di giornale: “Sei mesi di carcere per un bacio!” Ma cosa successe? Tutto ebbe inizio per una scommessa tra amici, una di quelle goliardate giovanili che un po’ tutti abbiamo fatto! A me capitò di scommettere, in un giorno di pioggia, che avrei trovato rifugio sotto l'ombrello della prima ragazza che ci passava davanti. Vinsi la scommessa, chiarendo da subito con la giovane che si trattava di una scommessa e la pregai di farmi vincere. Mi rispose con un sorriso accogliendomi sotto l'ombrello, mentre di schiena, sornione, facevo agli amici il segno della vittoria con le dita di una mano. Non chiedetemi cosa ci scommettemmo. Non me lo ricordo più, forse un caffè, una pizza, ma ora proprio non riesco a recuperare quel ricordo troppo lontano nel tempo. Era la prima metà degli anni Settanta. Alfonso Imperati, tanti decenni prima, scommise con gli amici che avrebbe baciato la prima ragazza che avrebbe incontrato per strada. E vinse la scommessa. Ma mal gliene colse, perché la ragazza, Assunta Parisi, il bacio non se lo tenne e denunciò l'audace giovane per quel bacio rubato. La corsa alla transizione energetica: “adelante con juicio”
Esiste oggi una drammatica corsa per la quale è in palio la sopravvivenza del pianeta terra o meglio della specie umana. Da una parte la natura che reagisce al riscaldamento climatico e prosegue in modo inesorabile verso il disastro, dall’altra governi e popolazioni che cercano di ostacolarla sostituendo i combustibili fossili responsabili del riscaldamento globale mediante fonti alternative, la cosiddetta transizione energetica. Come in ogni corsa è fondamentale arrivare al traguardo, ma anche saggio evitare gli ostacoli e non provocare danni durante il percorso. Andare avanti, con giudizio ce lo ricorda il grande scrittore Alessandro Manzoni nel capitolo XIII dei Promessi Sposi. «Nel sedicesimo secolo Milano è sotto il dominio spagnolo, è scoppiata la pestilenza ed è sopraggiunta la carestia. Il vecchio Gran Cancelliere, in carrozza in mezzo alla folla in tumulto che chiede pane, è in ansia perché deve raggiungere la sede del Vicario per sottrarlo alla folla che vuole linciarlo ritenendolo responsabile della carestia; si rivolge alla folla con moine e più volte al cocchiere: “Pedro, adelante con juicio”». “Avanti Pedro con giudizio”. L’obbiettivo, scrive Manzoni, fu raggiunto, ma se il comportamento del Gran Cancelliere fosse stato diverso? Leggi tutto: La corsa alla transizione energetica: “adelante con juicio” “Le acque di Napoli”: 300 eventi per il Maggio dei Monumenti
Dopo le ultime due edizioni dedicate alla terra e all’aria, il Maggio dei Monumenti 2024 sarà dedicato all’acqua, elemento con cui riscoprire e attraversare la città. Dal mare alle sorgenti, dalle fontane ai bacini artificiali, dagli acquedotti alle piogge, ai fiumi sotterranei agli abissi, l’acqua assume la forma di ciò che la contiene, e allo stesso tempo modifica, scava, agisce sui luoghi e sulle idee. Dunque, un elemento fisico, ma anche simbolico, che nella tradizione napoletana ha ispirato miti, leggende, canzoni e romanzi. Con più di trecento appuntamenti, dal 3 maggio al 2 giugno, si ripete la storica manifestazione del Maggio dei Monumenti giunta alla trentesima edizione. Aperture straordinarie, spettacoli, incontri, laboratori, performances e una mostra diffusa articolata in cinque sezioni. Un appuntamento fisso che racconta l’eredità secolare di Napoli proprio in un periodo di piena affluenza di turisti. E saranno coinvolti anche tanti enti pubblici e privati, come l’ABC, la stazione zoologica Anton Dohrn, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, l’Università Federico II, la Società Napoletana di Storia Patria, musei, scuole ed associazioni. Leggi tutto: “Le acque di Napoli”: 300 eventi per il Maggio dei Monumenti Giacomo o Jacopo: Napoli e Pistoia unite in nome del Santo
Fino al 30 giugno nella Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, in piazza Municipio, si potrà visitare gratuitamente la mostra fotografica «Pistoia, Santiago d’Italia» dedicata al grandioso altare d’argento di San Jacopo, tra i maggiori capolavori d’arte orafa del Medioevo. «Questa mostra è stata concepita con questo particolare allestimento, anche per fare in modo che i due altari, l’altare di San Giacomo riprodotto in foto, e l’altare maggiore della Basilica, potessero dialogare. Quest’ultimo è importantissimo perché è un’opera di scultura finissima realizzata da Domenico Antonio Vaccaro nel XVIII secolo. [Ilaria Moscato. Presidente associazione Sualma] Le fotografie sono state realizzate con una tecnica che consente di apprezzare da vicino i dettagli dell’opera. «Avvicinandosi in maniera forte al soggetto si arriva a delle chiavi di lettura diverse, moderne e più forti L’occhio nostro è molto distratto in questo periodo: siamo condizionati da tante immagini che ci vengono dai social network, queste invece sono immagini che fanno fermare il visitatore per far comprendere la forza del lavoro di orafi così importanti che hanno costruito un’opera d’arte, che non era fatta per chi la vedeva, ma forse per un qualcosa di più che era il divino stesso». [Nicolò Begliomini – Fotografo della mostra] Leggi tutto: Giacomo o Jacopo: Napoli e Pistoia unite in nome del Santo Altri articoli... |
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