La società aperta e i suoi problemi
Un ruolo rilevante viene svolto nel pensiero popperiano dal concetto di “società aperta”. Popper considera infatti la vita come un processo in cui gli esseri animati sono impegnati senza posa a risolvere problemi, e una società sarà dunque aperta se reca dei contributi alla soluzione di detti problemi. Ma come risolverli? Azzardando dei tentativi di soluzione, ai quali fa seguito la critica e l’eliminazione degli errori eventualmente commessi; ecco quindi Popper auspicare forme di società aperta che permettano di avanzare liberamente molte proposte, ognuna delle quali deve poi essere sottoposta a indagine critica. E, a tale proposito, una società è destinata a conseguire maggiori successi se possiede istituzioni libere piuttosto che ordinamenti autoritari. In questo senso, un indirizzo politico è un’ipotesi che può essere equiparata a quelle scientifiche: deve essere messa alla prova nella realtà e corretta alla luce dell’esperienza. L’indagine critica consente di scoprire gli errori nascosti e di innestare procedure di correzione, prima che gli errori stessi possano causare troppi danni. La vigilanza critica, in queste condizioni, si può esercitare con successo, mentre le autorità politiche che di fatto impediscono che i propri indirizzi vengano sottoposti ad analisi critica sono condannate a commettere più errori di quanto sia necessario. È pericoloso, secondo Popper, chiudere gli occhi di fronte ai propri sbagli: anzi, è proprio ad essi che occorre prestare la massima attenzione. La razionalità scientifica indica un procedimento che conduce a una società aperta e pluralista, in cui trovano espressione prospettive tra loro incompatibili senza arrivare alla rottura del sistema. Gli indirizzi di governo possono mutare sotto l’incalzare delle critiche, e coloro che sono al potere devono poter venire rimossi senza drammi di alcun genere per essere sostituiti da persone che perseguono obiettivi politici anche molto distanti. Concentriamoci ora sul marxismo. Da esso si possono in effetti trarre delle predizioni sottoponibili alla procedura della falsificazione. Anzi, parecchie predizioni della teoria marxista erano già state falsificate negli anni ‘30 e ‘40, del secolo scorso, quando Popper elaborava le proprie tesi di filosofia politica (esempi: il crollo del sistema economico capitalistico e la naturale estensione di una rivoluzione di tipo marxista da uno a tutti i Paesi). Rapporto Petras, lo studio che predisse la rovina della gioventù contemporanea
Quasi trenta anni fa, nel 1995, il sociologo James Petras individuò con estrema precisione gli effetti che le politiche neoliberiste avrebbero avuto sul tessuto sociale europeo. Il “Rapporto Petras” è uno studio preparato dal sociologo americano nel 1995, dopo aver trascorso sei mesi a Barcellona. Petras già allora era un affermato sociologo, conosciuto per la sua specializzazione nelle società ispaniche, soprattutto di America Latina, e per i suoi studi sul rapporto tra economia, politica e benessere sociale. È stato anche consulente di alcuni governi di sinistra dell’America latina, sistematicamente ignorato, e difensore dei diritti civili dei nativi sudamericani. Durante la sua lunga carriera ha anche appoggiato esponenti della destra, come Marine Le Pen, approvandone nel 2017 il programma elettorale alle presidenziali, basato sostanzialmente sulla difesa degli interessi e il rilancio economico della classe media e della classe operaia francese. Oggi James Petras ha 87 anni, professore emerito della Binghamton University di New York, dove ha insegnato per oltre 30 anni. Nel 1995 il Centro Superiore per la Ricerca Scientifica del governo spagnolo del socialista Felipe González, al potere dal 1982 con un quarto mandato consecutivo, tant’è che i media gli attribuirono ironicamente il titolo di Felipe IV, invitò Petras a svolgere un'indagine generale sugli effetti del processo di modernizzazione politica ed economica iniziato nel paese alcuni anni prima e per conoscere le tendenze future. Leggi tutto: Rapporto Petras, lo studio che predisse la rovina della gioventù contemporanea Edoardo Herter, garibaldino, medico e filantropo
Nel 1870 fu pubblicata in Firenze una breve Guida per l’emigrante italiano alla Repubblica Argentina promossa dalla Commissione Centrale d'immigrazione con lo scopo di pubblicizzare i vantaggi dei lavoratori che vi si sarebbero trasferiti «dedicandosi specialmente all'agricoltura o esercitandovi i diversi mestieri delle nostre città, e ad indicar loro alcune norme e avvertenze da aversi presenti all'arrivo nel porto di Buenos Aires».1 Seguirono anni di forti flussi migratori che andarono a popolare soprattutto la provincia di Buenos Aires, una immensa pianura dove si poteva galoppare a cavallo per giorni e giorni senza mai trovare una collina o una sensibile piega del terreno, consistente in una sconfinata prateria, con alberi di meschina apparenza solo lungo i corsi d’acqua. È la sterminata Pampa Argentina. Nel censimento del 1869 l’intera Repubblica contava 1.783.043 anime delle quali 495.121, poco meno di un terzo, era concentrata nella provincia di Buenos Aires dove affluivano e si stabilivano i nostri migranti, che nella sola capitale si calcola fossero intorno ai 42.000 - 45.000. Un vapore poteva imbarcare sino a 1500 persone in partenza da Genova o da Napoli e la tariffa, in terza classe, variava dalle 250 alle 300 lire a testa con agevolazioni per i fanciulli. Leggi tutto: Edoardo Herter, garibaldino, medico e filantropo Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri: ideali e realtà
Carlo Pisacane, patriota italiano, è entrato nella storia soprattutto per la sfortunata spedizione di Sapri, meno popolare rispetto a quella dei Mille di Giuseppe Garibaldi. Tuttavia l’impresa di Pisacane ha suscitato numerosi studi e interventi artistici stimolati dall’incontro (scontro) tra utopia, ideali e realtà, un tema sempre attuale. Era nato a Napoli il 22 agosto 1818, da una nobile famiglia decaduta. A 13 anni entrò nell’aristocratico collegio della Nunziatella, l’accademia militare borbonica, riservata alle élites. La carriera militare s’interruppe bruscamente quando nel 1846 fu aggredito e ferito da due sicari inviati dal cugino Dionisio Lazzari, marito di Enrichetta di Lorenzo con la quale Pisacane aveva una relazione. Enrichetta, sposata a 17 anni, era reduce da un matrimonio infelice, Carlo se ne era innamorato fin dall’infanzia, e fu l’unico suo amore e compagna di vita. L’anno successivo i due decisero di lasciare Napoli, inseguiti dalla polizia borbonica per reato d’adulterio, si rifugiarono prima a Londra, poi a Parigi, Le ristrettezze finanziarie costrinsero Carlo ad arruolarsi nella legione straniera ed inviato in Africa. Enrichetta rimase in povertà a Marsiglia, la figlia nata dalla loro unione morì prematuramente. Quando iniziarono le rivoluzioni in Europa nel 1848-49 ambedue parteciparono alle Quattro giornate di Milano. Pisacane fu poi al comando di una Compagnia di Volontari nella prima guerra d’indipendenza e riportò una grave ferita in battaglia. Leggi tutto: Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri: ideali e realtà Una curiosa cronaca stabiese del 1910
Accadde a Castellammare di Stabia, cento e più anni fa, un piccolo fatto di cronaca, uno come tanti. Sarebbe passato inosservato se non fossi stato colpito da quel titolo di giornale: “Sei mesi di carcere per un bacio!” Ma cosa successe? Tutto ebbe inizio per una scommessa tra amici, una di quelle goliardate giovanili che un po’ tutti abbiamo fatto! A me capitò di scommettere, in un giorno di pioggia, che avrei trovato rifugio sotto l'ombrello della prima ragazza che ci passava davanti. Vinsi la scommessa, chiarendo da subito con la giovane che si trattava di una scommessa e la pregai di farmi vincere. Mi rispose con un sorriso accogliendomi sotto l'ombrello, mentre di schiena, sornione, facevo agli amici il segno della vittoria con le dita di una mano. Non chiedetemi cosa ci scommettemmo. Non me lo ricordo più, forse un caffè, una pizza, ma ora proprio non riesco a recuperare quel ricordo troppo lontano nel tempo. Era la prima metà degli anni Settanta. Alfonso Imperati, tanti decenni prima, scommise con gli amici che avrebbe baciato la prima ragazza che avrebbe incontrato per strada. E vinse la scommessa. Ma mal gliene colse, perché la ragazza, Assunta Parisi, il bacio non se lo tenne e denunciò l'audace giovane per quel bacio rubato. La querela portò il malcapitato studente, presumo ampiamente fuori corso, diritto in Tribunale, XIII Sezione, dove fu condannato a sei mesi per oltraggio al pudore, oltre ad una pena pecuniaria.1 Ma la storia non è tutta qui e, come vedremo, si nasconde altro dietro questa apparente frivola cronaca, color rosa. Altri articoli... |
Pubblicazioni mensiliStatistiche
(La registrazione degli utenti è riservata solo ai redattori) Visitatori on lineAbbiamo 706 visitatori e nessun utente online |